Palermo-Ternana, l’angolo tattico di Alessandro Cavalli
Pareggio sofferto, prezioso e parzialmente meritato per la Ternana a Palermo. Sofferto per le notevoli difficoltà accusate per circa sessanta minuti. Prezioso in quanto ottenuto contro una compagine forte sul piano tecnico, organizzata su quello tattico e tonica su quello atletico. Parzialmente meritato perché arpionato soltanto grazie ad una convincente mezz’ora finale, durante la quale si ottiene il pareggio e si sfiora il successo allo scadere. Incomprensibile l’atteggiamento remissivo e timoroso evidenziato per larghi tratti di un primo tempo che potrebbe concludersi con un doppio svantaggio senza farci gridare allo scandalo. Male la difesa, a livello individuale e di reparto, e più in generale rivedibile la fase di non possesso.
Da un lato inusuali svarioni “a palla scoperta”, ossia senza nostra pressione. Dall’altro consuete sofferenze sui cross dalle fasce laterali, vedi gol del momentaneo svantaggio di Lucca e grande parata di Iannarilli su Broh poco prima del pareggio. Ma il dato più negativo riguarda alcune imbucate subite alle spalle dei nostri terzini o tra i terzini e i centrali di parte. Male gli scaglionamenti a centrocampo e troppi duelli persi tra la nostra mediana, troppo larga e lunga, e quella avversaria, disposta con un metodista “basso” come De Rose e con due mezzeali “alte” come Ojer e Luperini. Insomma, scarsa densità e “stazionamenti” troppo aperti, anche perché il solo Palumbo riesce a tenere lo stesso ritmo e lo stesso passo dei dirimpettai in casacca rosa-nero.
Forse Falletti, peraltro tornato ad essere devastante nei trenta minuti finali, quando si accentra da sinistra nel 4-2-4 varato in corsa da mister Lucarelli, nel primo tempo dovrebbe “abbassarsi” di più per sottrarsi alla marcatura a uomo del metodista avversario, onde agevolare gli inserimenti dei nostri interni. Sotto tono la catena di destra, non a caso modificata al trentesimo, probabilmente anche per problemi fisici di un Partipilo mai entrato in partita e di un Defendi spesso preso in mezzo dall’asse mancino del Palermo, formato da gente come Crivello, Luperini e Valente. Meglio in quella posizione Laverone, peraltro favorito dal progressivo calo alla distanza dei padroni di casa e in ogni caso (e inevitabilmente) meno “presente” nella “costruzione dal basso” di Defendi (ci riferiamo a quello abituale, non certo a quello della partita in oggetto).
Bene il cambio di modulo col passaggio al doppio centravanti, anche sa comporta il “sacrificio” di un più che dignitoso Furlan, perché Falletti travolge Doda, subentrato all’infortunato Accardi, e perché subentrano alla grande Raicevic e soprattutto Ferrante, apparso pienamente recuperato, anzi rigenerato. E paradossalmente alla fine un ottimo Palermo (almeno per due terzi di gara) deve ringraziare la sorte, vedi palo su punizione “a giro” di Falletti.