I trionfi con Roma e Nazionale: dopo il ritiro è finito male | Immobile a letto e costretto a farsela addosso

La Roma vince l'ultimo scudetto - Foto Wikipedia - Ternanatime.com
Ha vinto il campionato con la Roma ed è stato protagonista in Nazionale ma dopo il ritiro ha vissuto un momento di crisi, con dolori lancinanti
A maggio del 2001 la Roma vinceva l’ultimo scudetto, fino a qua, della sua storia, al termine di un’incredibile cavalcata in serie A. I giallorossi riuscirono a battere le rivali nel periodo d’oro del calcio italiano, con i top club che dominavano le coppe europee e i giocatori più talentuosi che aspiravano a trasferirsi nel nostro Paese.
Una Roma che aveva come leader capitan Francesco Totti, in grado di spingere con le sue reti e il suo carisma la propria squadra del cuore a un trionfo inaspettato e festeggiato con calore da una piazza esigente e passionale come quella romanista.
In quell’organico vi erano diversi profili di caratura internazionale, tra cui un centravanti che la proprietà aveva ingaggiato l’estate prima dalla Fiorentina, con un investimento enorme se commisurato con il periodo storico ma fortemente richiesto da mister Fabio Capello.
Era esploso in Toscana, diventando un vero idolo per i tifosi viola, ma anche nella Capitale riuscirà a entrare nel cuore della curva, grazie alle sue prestazioni, allo spirito di sacrificio, all’attaccamento alla maglia e alla sua iconica esultanza.
Dopo il ritiro è emerso un grave problema fisico
Lui era Gabriel Omar Batistuta, protagonista per 11 anni anche con la maglia della Nazionale argentina, con cui ha vinto due Coppe America. Dopo il ritiro, avvenuto nel 2005, ha vissuto un periodo davvero difficile, convivendo con un dolore quotidiano.
A confessarlo lo stesso bomber in un’intervista rilasciata a Tyc Sports: “Dopo aver smesso col calcio, mi sono trovato nell’incapacità di camminare. Sentivo tanto male che non riuscivo ad alzarmi dal letto e mi urinavo addosso“.

Un dolore atroce e il desiderio di farsi tagliare le gambe
Era arrivato addirittura a chiedere di essere amputato: “Il dolore alle caviglie era insopportabile, a tal punto che chiesi al mio dottore di tagliarmi le gambe. Il medico non volle, mi disse che ero pazzo, mi operò alle caviglia destra ma la situazione non migliorò“.
Alla base del disturbo un problema congenito: “Il mio problema è che non ho cartilagini e tendini: i miei 86 chili poggiano sulle ossa e questo mi faceva morire dal male. Poi piano piano la situazione è migliorata“.