Ha vinto tutto con il Milan di Van Basten: distrutto da un incidente stradale | "Ho dovuto imparare di nuovo a parlare" - Ternana Time

Ha vinto tutto con il Milan di Van Basten: distrutto da un incidente stradale | “Ho dovuto imparare di nuovo a parlare”

Ha vinto tutto con il Milan di Van Basten: distrutto da un incidente stradale | “Ho dovuto imparare di nuovo a parlare”

La formazione iniziale del Milan che affrontò il Marsiglia nella finale di Champions League del maggio 1993/FACEBOOK-ternanatime.com

Luci della ribalta con il grande Milan di inizio anni ’90, ma poi l’incubo dello spaventoso sinistro e la grande paura.

Tra il 1987 e il 1996 c’è stata soprattutto una grandissima squadra a dominare sia in Italia che in Europa. Parliamo ovviamente del grande Milan, il primo dell’era berlusconiana, che vinse di tutto e di più, ma soprattutto lo fece dominando e facendo vedere un calcio meraviglioso.

In quel decennio, però, il Milan ebbe addirittura due cicli grandissimi. Uno con Arrigo Sacchi, e quel Diavolo viene addirittura ricordato come la squadra più forte di tutti i tempi, ma soprattutto come quella che – insieme all’Ajax di Cruyff e al Barcellona di Guardiola, ha cambiato il gioco del calcio come si conosceva fino a quel momento – e l’altro con Fabio Capello.

Tre Coppe Campioni/Champions League, cinque Scudetti, quattro Supercoppe Italiane, tre Supercoppe Europee, due Coppe del Mondo per Club. E, poi, ancora, altre due finali di Champion perse. Questo l’enorme palmares di quegli anni del Milan che fu prima bellissimo, poi imbattibile e invincibile e poi ancora vincente.

Tantissimi i campioni che sono passati dal Milan in quegli anni e che hanno vestito la maglia rossonera. Marco Van Basten, vincitore di tre Palloni d’Oro in quello stesso periodo, Ruud Gullit, Frankie Rijkaard, Paolo Maldini, Franco Baresi, Roberto Donadoni, Marcel Desailly, Dejan Savicevic, Roberto Baggio, Zvonimir Boban e tanti altri ancora.

Un talento enorme e il terribile incidente

Di quel Milan, però, ha fatto parte anche un esterno d’attacco, un’ala sinistra, come si diceva a quei tempi, di enorme talento e classe, ma anche dallo strapotere fisico strabordante e dal grandissimo senso del gol. Il Milan lo acquistò per 18 miliardi dal Torino nell’estate del 1992 e quel trasferimento, record per quei tempi, fece parlare tutta Italia e fu dichiarato immorale.

Parliamo di Gianluigi Lentini, ora osservatore del Monza, che nel 1992/1993 fu protagonista di una prima grande stagione con la maglia del Milan, segnò diverse reti e fu decisivo per la conquista del secondo scudetto dell’era Capello, ma anche per l’approdo in finale di Champions League, poi incredibilmente persa contro l’Olympique Marsiglia in finale. L’ex Atalanta e Torino era diventato un punto fermo del Diavolo, ma anche della Nazionale azzurra di Arrigo Sacchi che, da lì a breve, si apprestava a presentarsi al Mondiale di Usa ’94.

Lentini
Gianluigi Lentini, ex attaccante Milan, e le difficoltà dopo lo spaventoso incidente/ANSA-ternanatime.com

L’incidente e la ripresa: “Ho dovuto quasi imparare di nuovo a parlare”

L’estate 1993, però, proprio all’apice della sua carriera, la carriera di Lentini cambiò per sempre e un maledetto incidente fece temere addirittura per la sua vita. Questo il suo racconto dell’incidente e delle sue conseguenze in un’intervista rilasciata recentemente al Corriere della Sera: “Dopo l’incidente non riconoscevo più le persone e le cose, ricominciai a parlare come un bambino. Ora posso dirlo, quell’incidente ha bruciato in un attimo la mia carriera. Mi ha tolto tutto”.

Un talento straordinario che non tornò più quello che era prima dell’incidente anche se, dopo qualche stagione, ritornò ad essere protagonista nel Milan, per un breve periodo, e poi ancora nell’Atalanta. Queste ancora le sue parole sulle conseguenze dell’incidente: “Partendo dal presupposto che mi sono ripreso del tutto, ancora oggi capita che abbia difficoltà a ricordare alcune cose. Non ho una memoria di ferro. Però non so se sono problemi legati all’incidente. Ho anche dovuto quasi imparare di nuovo a parlare: come scandire le parole, oppure ricordare il nome di un oggetto che vedevo”.