La Premier e il trionfo al Mondiale, ma a 7 anni già lavorava | Vendeva rifiuti alle ditte di riciclaggio

La Nazionale di calcio francese che alza la coppa del Mondo al cielo in Russia nel 2018/FACEBOOK-ternanatime.com
La storia di un calciatore divenuto grandissimo e vincitore di tutto, ma che da piccolo si è dovuto dare tanto da fare.
Da due stagioni gioca in Arabia Saudita e ha scelto di vestire la maglia dell’Al-Ittihad che lo ha ricoperto d’oro ma, nel corso della sua luminosa carriera, ha già avuto il piacere di vincere tutto, sia con le maglie vestite in Premier League, sia con la sua Nazionale.
La sua storia è simile ad altri calciatori del momento, ma soprattutto del passato, che, grazie al pallone, sono riusciti anche a costruirsi una sorta di rivincita sociale ed hanno svoltato la loro vita e quella della propria famiglia, grazie ai tanti soldi guadagnati.
Ci sono però delle particolarità che rendono questa vicenda ancora più romantica e piena di fascino e che, in qualche modo, contribuiscono a conferire unicità al personaggio calcistico in questione. Uno che si è fatto da sé, a cui non è stato regalato nulla e che già da piccolissimo è stato costretto ad assaporare la durezza della vita.
Sacrifici enormi che lo hanno reso ancora più forte e in un certo senso temprato di fronte ad ogni problema ed evenienza della vita. Sacrifici che lui ha dovuto cominciare a fare addirittura a sette anni, quando la maggior parte dei bambini della sua età non devono far altro che pensare a crescere e giocare.
La corsa per vivere e per diventare grande
Stiamo parlando di N’Golo Kanté, centrocampista francese dell’Al-Ittihad che ha vinto la Premier League con il Leicester dei miracoli nel 2016, il Mondiale con la sua Francia, a Russia 2018, ed Europa e Champions League con il Chelsea, tra il 2019 e il 2021. Insomma, tutto quello di importante che un calciatore può vincere nella propria carriera e lo ha fatto correndo in campo km su km.
Questa la caratteristica principale di un grande centrocampista a cui è stata spesso riconosciuta la bravura di riuscire a far giocare le proprie squadre con un uomo in più, grazie alla sua corsa ed al suo enorme sacrificio in mezzo al campo, unito anche ad una discreta tecnica di base. Kante ha imparato a correre da bambino e poi non ha più smesso, facendolo sempre il doppio degli altri, soprattutto in campo.

Il lavoro a sette anni, l’aneddoto legato a France ’98
Così come faceva ai tempi del Leicester quando, prima che i dirigenti delle Foxes lo obbligassero a comprare un’auto, un’umilissima Mini Cooper utilizzata poi per tanti anni, il giovane Kante si muoveva per la città inglese a piedi, anzi di corsa, tra un campo di allenamento e un supermercato per andare a fare la spesa. A 7 anni, invece, già lavorava, prima di laurearsi e diventare ragioniere, piano che poi è diventato di riserva vista la sua esplosione nel mondo del calcio.
Nato nei sobborghi di Parigi, da una famiglia molto povera originaria del Mali, Kante, come detto, impara subito a fare i conti con la vita. Perde il padre quando ha appena 11 anni e già da tempo, seppur ancora bambino, il piccolo N’golo, dall’età di sette anni, si procurava degli spiccioli macinando chilometri in giro per Parigi, a cercare rifiuti da vendere alle ditte di riciclaggio. E su questo c’è un aneddoto legato al Campione del Mondo. Quando il 12 luglio 1998 la capitale francese era impazzita di gioia per i mondiali appena vinti a Saint-Denis contro il Brasile, infatti, lui era a setacciare le strade in cerca dei rifiuti che la bolgia festante si era lasciata dietro.