Dall’Inter alla Juve, poi Italia 90: un malore lo ha quasi ucciso | “Sono crollato a terra”: salvato dai soccorsi immediati

La rosa dell'Italia ai Mondiali del 1990 - Foto Instagram - Ternanatime.com

A causa di un malore improvviso ha rischiato la vita uno dei protagonisti del Mondiale italiano del 1990 ed ex giocatore di Inter e Juventus
Per nove stagioni ha militato nella Juventus, diventandone anche capitano. Siamo negli anni ’80, in un’epoca in cui i bianconeri hanno tra le proprie fila un fuoriclasse come Platini ma che vedrà la Vecchia Signora conquistare solo due Scudetti, data la concorrenza agguerrita.
Una lunga carriera che è iniziata nelle giovanili dell’Inter prima di affermarsi altrove. Le sue prestazioni gli consentono di entrare nella rosa della Nazionale italiana e di essere convocato per i Mondiali che si sono disputati nel nostro Paese nel 1990, conclusi con una medaglia di bronzo.
Era dotato di una forte personalità, capace di esaltarsi nei big match e di mostrare una certa abilità con i piedi, anticipando una caratteristica che è diventata importante ai giorni d’oggi nel mondo del calcio.
Tre anni fa è stato colpito da un’aneurisma e durante Primo piano, la rubrica condotta da Claudio Brachino, ha raccontato della sua malattia e di come l’ha superata.
Una carriera da numero 1, dalla maglia dell’Italia a quella della Juventus
Ha anche scritto un libro per raccontare la sua carriera e altri aspetti più privati, dal titolo L’arte di parare. Lui è Stefano Tacconi, estremo difensore della Juventus dal 1983 al 1992, molto amato dai tifosi bianconeri.
Ha scampato un pericolo enorme, quando un malore lo ha colpito all’improvviso: “Fare l’atleta mi ha aiutato tantissimo, il fisico era pronto per qualsiasi cosa“.

Un racconto drammatico, attimi di panico e un soccorso immediato
Ha avuto la fortuna di non essere da solo e di essere soccorso in modo tempestivo dal figlio: “Avevo un mal di testa fortissimo dal mattino, ma dovevo partecipare ad un evento benefico. Sono andato e sono crollato a terra. Fortunatamente mio figlio sapeva come comportarsi con le operazioni di primo soccorso. È stato molto bravo e ha avuto una grande forza, ma per lui è stato un grande spavento“.
Da quel momento è iniziata la fisioterapia che gli ha consentito di tornare alla vita di tutti i giorni, anche se gli strascichi sono rimasti. Un portiere che ha dato molto al mondo del calcio e che oggi può dire di aver vinto un’altra partita, quella più importante.