Ternana, preoccupante metamorfosi rossoverde

Altra pesante battuta d’arresto della Ternana in casa della prima in classifica con contestazione finale dei tifosi e verso i giocatori e verso il presidente Bandecchi. Una sconfitta che rischia di avvelenare un ambiente ormai diviso in pro e contro Andreazzoli, in pro e contro Lucarelli, in pro e contro questo o quel giocatore. Insomma si va ad affrontare il periodo della sosta con mille interrogativi, con la squadra che è la lontana parente di quella di qualche settimana fa, con una condizione fisica che appare precaria al cospetto di quella delle squadre avversarie, che non riesce più ad essere incisiva in zona gol e che va in apprensione sugli attacchi degli avversari. Una squadra che non gioca più da squadra ma in cui ognuno cerca di fare il solista non riuscendo, purtroppo, ad essere efficace, una squadra che nelle ultime 10 partite ha raccolto soltanto 7 punti. Pochi, troppo pochi per non essere preoccupati, per non avere il timore che la situazione possa diventare ancora più pericolosa anche per le polemiche che si stanno innescando.

FAUSTO MODA, via Fermi, Sangemini

Il solo Andreazzoli sembra essere ottimista sul futuro della squadra esternando il suo ottimismo anche dopo la scoppola di Frosinone. Speriamo che abbia ragione lui anche se più di qualche dubbio lo abbiamo. Quali possano essere le cause di un simile calo sta alla dirigenza, allo staff tecnico e agli stessi giocatori trovarle ma che lo facciano in fretta prima che la situazione di classifica peggiori ulteriormente e prima che anche i 1074 di Frosinone delusi dai risultati e dall’atteggiamento di chi va in campo si disamori e torni a disertare il Liberati e le trasferte lontano da Terni.

Del resto lo stesso capitano rossoverde, Antonio Palumbo, intervistato a fine partita da Alessandro Laureti di Am Terni Television rendendosi conto dell’incredibile calo di rendimento e di mancanza di risultati ha affermato che durante la sosta ognuno dovrà fare un profondo esame di coscienza, darsi una svegliata per ripresentarsi al rientro dalla sosta con tutt’altro spirito. Ecco, sarebbe proprio il caso di guardarsi in faccia, dirsi le cose come stanno, ed assumersi ognuno le proprie responsabilità nel rispetto di quella maglia che si indossa e di quei tifosi che anche nel giorno di Santo Stefano erano allo Stirpe in più di 1.000. E per loro non è stata di certo una giornata di festa!

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