Se n’è andato un altro amico, un amico personale, un amico innamorato della Ternana nelle cui fila aveva militato anche come team manager e, nella sua ultima esperienza in rossoverde, come addetto all’arbitro.
Se ne è andato, purtroppo, anche Angelo Angelelli, lasciando nel dolore la moglie Carla, i figli Francesca e Andrea oltre ai nipotini di cui andava orgogliosissimo. Angelo era un compagnone, era l’amico di tutti, era colui che rallegrava le cene con quelle sue barzellette raccontate in modo impareggiabile. Chi sta scrivendo queste righe ha vissuto una vita insieme a lui: dapprima alla Bosico, all’Oratorio di San Francesco, dove Angelo ha mostrato tutta la sua abilità calcistica, poi nelle cene indimenticabili tra amici tra cui anche qualcuna organizzata insieme ad altri amici che non ci sono più come Faliero e Massimo. Quante risate, quanti scherzi, quante battute, a volte anche non proprio oratoriane. Senza dimenticare, poi, quelle vissute insieme a casa del suo più grande amico, Elio Giulivi, nel casale di Capitone. In mezzo, la sua carriera di arbitro, brillante ma stroncata da quel suo carattere un pò particolare non propenso a piegarsi a quelli che erano i diktat dell’ambiente. Ricordo ancora una diretta radiofonica a Radio Galileo in occasione del suo esordio in serie A , era il 10 maggio 1981 in Pistoiese Fiorentina terminata con la vittoria dei gigliati ed in cui Angelo parlava di quell’esordio come di una cosa normale e non di una partita del massimo campionato italiano. Angelo era un autentico talento e il grande Alberto Michelotti, altro fischietto indimenticabile purtroppo anche lui scomparso, per lui aveva una predilezione. Cento, mille sono gli episodi vissuti insieme ad Angelo e tra questi a testimonianza del suo amore per i colori rossoverdi voglio ricordare quello che ho visto a Cremona il giorno in cui la Ternana perse il match conoscendo l’onta della retrocessione. Dirigenti, giocatori, allenatori passavano davanti alla mia postazione per salire in pullman senza minimamente sentirsi responsabili di quanto accaduto e, lui, invece, seduto in disparte in un angolo dello Zini a piangere, a versare lacrime per quella retrocessione a cui non avrebbe mai voluto assistere. Un’immagine netta, indimenticabile che spesso mi passa davanti agli occhi e che ora più che mai me lo farà ricordare con tanta nostalgia per non averlo più accanto anche nei momenti meno belli, meno scherzosi. Ciao amico mio, mi/ci mancherai tanto!
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