Ternana, i profili di David Micacchi, ROBERTO BORRELLO-1^ parte - Ternana Time

Ternana, i profili di David Micacchi, ROBERTO BORRELLO-1^ parte

Ternana, i profili di David Micacchi, ROBERTO BORRELLO-1^ parte

di David Micacchi

Ben sei, le stagioni vissute con indosso la casacca rossoverde, coincidenti con due momenti distinti benché temporalmente contigui e parimenti significativi della storia recente della Ternana. La prima esperienza, un biennio vissuto a cavallo fra la leggendaria promozione in C1 post-Chieti e i prodromi della fallimentare gestione Gelfusa, la seconda, più ampia, allegoricamente stretta fra la rinascita dalle ceneri del dilettantismo e il ritorno ai piani medio-alti del professionismo. In assoluto, uno degli imperituri simboli della quasi centenaria storia calcistica rossoverde. 

Nativo di Brancaleone, comune calabrese noto come “città delle tartarughe di mare”, centrocampista avanzato morfologicamente brevilineo, rapido nell’esecuzione e dotato di una tecnica fuori dal comune, Roberto Borrello investe una duratura prima parte della propria carriera agonistica nelle file del Catanzaro, a partire dal settore giovanile e, lungo tutto il decennio degli anni Ottanta, in prima squadra, mettendo assieme un ragguardevole carnet di esperienze. Sul ripiano più alto della teca dei trofei, la partecipazione a due campionati di serie A, con il pescarese Bruno Pace in panchina, e il conseguimento di altrettante promozioni in serie B, per un totale di più di cento presenze fra massima serie e cadetteria.

Roberto Borrello, uno dei giocatori più tecnici che abbia indossato la maglia rossoverde

Curriculum alla mano il suo arrivo in rossoverde nell’ottobre dell’89, a stagione iniziata e nel fiore di una carriera vissuta perlopiù ad alti ed altri livelli, rappresenta una felice anomalia, nel contesto di una realtà sportiva reduce dall’inebriante avventura-promozione dell’anno precedente, con una compagine societaria che, al secondo anno di gestione Gambino, si era peraltro dovuta misurare col persistere dell’esigenza di far quadrare i conti di un pregresso debitorio di non agevole riassorbimento, fronteggiata anche grazie all’estemporaneo supporto di parte dell’imprenditoria locale.

Sotto la ferma guida di Claudio Tobia, la Ternana aveva approcciato da matricola quel torneo di C1 stagione 1989/90 nel migliore dei modi, mettendo assieme tre vittorie e due pareggi nell’arco del primo mese. L’esordio di Borrello in rossoverde data 22 ottobre, in casa della Casertana, sfida che termina a reti inviolate, con rigore fallito da un giovane Fabrizio Ravanelli nel secondo tempo. E per la realizzazione della prima rete con la nuova maglia, quale occasione migliore se non il derby di andata contro il Perugia di Mazzola, disputato al Curi in un clima infuocato alla metà di novembre e terminato sull’1 a 1, con gli ospiti in vantaggio dopo neanche un quarto d’ora di gioco al termine di una splendida manovra in orizzontale avviata e conclusa in rete dal fantasista calabrese, e i locali a riagguantare il pari nella seconda frazione con Di Nicola.    

E’ una squadra, questa Ternana, che vive le proprie fortune poggiando su meccanismi di gioco collaudati, sull’apporto trainante di elementi del calibro di Renzi, Altobelli, Cocco, Pochesci, Doto, Forte, Sciannimanico, Benetti e Eritreo, confermati rispetto alla precedente stagione, e nondimeno sul felice inserimento dei nuovi Taccola, Gori, Cozzella e, ovviamente, dello stesso Borrello, innesto capace di elevare il tasso estetico e d’imprevedibilità della manovra offensiva.

Tuttavia, a livello di risultati, nell’arco del girone d’andata i rossoverdi prendono a faticare ad imporsi lontano dal caldo del Liberati, e a complicare la situazione contribuisce sottotraccia una situazione finanziaria in assestamento, che conduce all’altezza del giro di boa del torneo alla necessità di un confronto risolutore, causa ritardo nella corresponsione degli stipendi, fra squadra e dirigenza, a scongiurare la messa in mora.

Il fantasista di Brancaleone conserva il suo ruolo di riferimento in un contesto di squadra non privo di elementi carismatici, il cammino dei rossoverdi prosegue fra alterne vicissitudini, con il tonfo interno di metà marzo per mano della Casertana ad interrompere un fruttuoso trend di risultati destinato comunque a caratterizzare buona parte del girone di ritorno, col fiore all’occhiello del successo casalingo in occasione del derby di ritorno, risolto da un gol di Doto, bugiardo preludio ad una parte finale di stagione in calando caratterizzata ancora una volta da un rendimento esterno decisamente sotto la soglia di una credibile ambizione.

Uno dei più grandi estimatori di Borrello è stato Claudio Tobia

La programmazione della successiva stagione di C1 coincide con un piano di rimodellamento dell’organico che porta in abbrivio alle partenze dei vari Renzi, Cocco, Taccola e Eritreo, a fronte degli arrivi di elementi di immediata affidabilità quali Caramelli, Incarbona e Papa. Roberto Borrello contribuisce a rappresentare quella quota di continuità progettuale di cui è ovviamente chiamata a farsi carico la vecchia guardia. L’avvio di campionato è tuttavia stentato, e non contribuisce certo in positivo un malcelato clima da polveriera che non tarderà purtroppo a deflagrare. Borrello appone il primo personale sigillo stagionale con la rete del raddoppio, realizzata all’inizio del secondo tempo, nella vittoriosa gara interna contro il Giarre, ai primi di novembre, match d’esordio di Ciucci fra i pali. 

Alla vigilia del successivo impegno di Nola, la dirigenza mette fuori rosa, oltre a Picchiante, Doto e Sciannimanico, destinati al pari di Altobelli ad accasarsi altrove prima della fine dell’anno, e la cui partenza verrà in parte compensata con gli arrivi dei vari Deruggiero, D’Ermilio e Roselli. La trasferta partenopea si risolve in un’umiliazione, la tifoseria rossoverde contesta società e squadra, un Tobia oramai in rotta con Gambino viene esonerato, al suo posto Angelo Orazi. 

La situazione ambientale è delle più difficili, spetta naturalmente agli elementi più rappresentativi guidare un’immediata rivalsa, che passa fra l’altro per il successo di misura colto sul campo del Campania Puteolana, con lo stesso Borrello a realizzare il gol che sblocca il risultato, e per la vittoria del derby d’andata, ai primi di dicembre, risolto dal nuovo arrivato Deruggiero. Sul medio termine, tuttavia, riemergono gli inevitabili effetti di una situazione di perenne conflittualità intestina. I risultati non arrivano, la Ternana scivola sempre più nell’anonimato in classifica, il buon Roberto da par suo non fa mai mancare il proprio apporto alla causa, e a livello personale trova modo di arrotondare il proprio bottino di marcature stagionali grazie alla rete decisiva messa a segno in pieno recupero in quel di Giarre, alla fine di marzo, che vale la vittoria in extremis per i suoi, e all’unica realizzazione di marca rossoverde in occasione della funesta gara interna del 9 giugno del ’91, ultima di campionato. Ternana – Casertana 1 – 6. A stringere, la peggiore sconfitta casalinga della storia della compagine umbra.

Messa al chiodo una stagione da dimenticare, si fanno maturi i tempi per un a suo modo epocale passaggio di consegne societario. Gaspare Gambino si appresta a cedere la proprietà all’imprenditore laziale Rinaldo Gelfusa. Roberto Borrello, assieme a Benetti, Forte e Cozzella, si accinge ad accettare la proposta del Mantova, appena retrocesso in C2. Nuovo allenatore, Claudio Tobia.   

Fine 1^ parte